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giovedì 8 settembre 2016
I miei primi venti giorni in Svezia
Ciao a tutti, ragazzi!
Come va, tutto bene? Ormai è un mese che sono arrivata a Karlstad, Svezia, Scandinavia (per essere precisi Fenno-Scandinavia). Qua l'estate (se così possiamo chiamarla) pare reggere con temperature sui 20° C verso mezzogiorno, che non credo sia male. Ovvio, a voi puo' non sembrar tanto pero' vi assicuro che è buono. Non si suda come dei cani, ma si sta bene, devo dire. Certo, i 20° C si raggiungono nelle giornate belle, col sole. Basta una nuvola di troppo e un po' di vento che senti immediatamente freddo. Miracolo che ancora non abbia preso l'influenza.
Un giorno senza sole puo' portare le temperature in picchiata, verso i 13/5°C, con un 5/6°C notturno. Grazie al cielo Karlstad è indicata nelle guide turistiche come una delle città più soleggiate della Svezia, e sembra effettivamente vero dato che i giorni di sole per ora sono stati decisamente superiori a quelli di brutto tempo.
Una caratteristica tutta svedese è il "tempo ballerino": un minuto prima pioggia, un minuto e dieci secondi dopo sole che pare di stare ad Ischia. Proprio oggi mi ero svegliata con un bel tempo soleggiato ed ora invece il cielo è coperto di nuvole che sembrano dire "non vogliamo far piovere, solo rovinarti la giornata!".
Ebbene si, perché oggi - dato che non ho lezioni - volevo andare al Lago Värnen, il più grande della Svezia, nonché una delle principali attrazioni e vanti della città e che - mortacci mia - ancora non sono riuscita a vedere. E' un po' distante dal centro e tra assignement e lezioni non sono riuscita ancora ad andarci. Ho iniziato a dirlo in giro e la gente ha iniziato a guardarmi tipo "ma stai bene?". Quindi dovrò colmare questa mia "lacuna" al più presto!
In questi giorni, in compenso, sono successe molte cose: ho dedicato un intero pomeriggio alla scoperta della città (finalmente) e ho fatto le foto che tanto volevo e che presto postero' e la scorsa domenica sono andata al Moose Park (Parco degli Alci) grazie ad un viaggio organizzato dall'associazione studentesca. Dato che sarò libera fino lunedì postero' due o tre post dedicati a questi avvenimenti.
L'università procede bene: come avevo intuito dall'inizio le lezioni sono poche (rispetto all'Italia dove a Pisa facevo 6/7 ore di lezioni al giorno)... a volte tornavo a casa in treno alle 9 di sera.
Qua c'è molto lavoro individuale come vi ho già detto, e anche di gruppo.
Questi ultimi giorni li ho completamente dedicati all'assignment di gruppo. E' stata una sfida per me, dato che io a Pisa non sapevo neanche cosa voleva dire "lavoro di gruppo". Tanto che quando ho fatto l'anno scorso i colloqui per il lavoro e mi chiedevano "Per questa posizione è richiesto lavoro di gruppo. Hai esperienza? Come collaboravi con i tuoi compagni, quali sono stati i tuoi principali meriti?" ed io iniziavo sistematicamente ad inventarmi cose, perché all'università vigeva il "chi fa da sé fa per tre".
L'Università di Pisa aveva e ha tanti meriti, ma quello dello sviluppo del lavoro di gruppo non era uno di quelli, sfortuna vuole.
Come ho detto, è stato impegnativo. Sono una che non è proprio fatta per i lavori di gruppo, forse perché sono sempre stata abituata a far tutto da me e fare come lo voglio io.
Nel gruppo siamo una italiana, una vietnamita ed un libanese. Il trio perfetto. Le differenze culturali c'erano e rimangono però ce l'abbiamo fatta insieme e alla fine la mini ricerca è (credo, c è da aspettare il prof) più che discreta.
Sono dei ragazzi molto svegli e simpatici, e sono contenta (nonostante le divergenze) di poter essermi confrontata con loro.
Gli assignment saranno 4, uno più difficile dell'altro ("più strumenti avete, più dovreste essere in grado di fare un lavoro completo, più simile ad una vera dissertation" ha detto il prof); saranno tutti in gruppo ed insieme valgono 40 punti sui 100 finali per il voto.
In attesa dei risultati e della nuova parte del corso di lunedì studierò e mi rilasserò, e cerchero' di essere più presente nel blog.
Un abbraccio a tutti!
Franci
mercoledì 31 agosto 2016
Sistema universitario svedese vs. italiano
E' iniziata l'università in Svezia.
Si, il 29 di Settembre a Karlstad l'università ha ricominciato a pieno regime con tutti i corsi relativi e quant'altro (per la felicità di Erasmus e studenti internazionali, abituati a ben altro). Qua infatti l'università parte molto prima che da noi, ma a ciò non corrisponde più pausa di Natale. Anzi...
E ciò che sta succedendo a Karlstad sta succedendo anche nelle altre parti della Svezia dove le università iniziano a ingranare nuovamente dopo la pausa estiva.
Fin dall'inizio ho visto molte differenze tra qua e l'Italia che vorrei condividere con voi.
1. Voti. In Italia siamo passibili (noi studenti) di ben 30 sfumature di valutazione diverse. In Svezia solo tre: Non Superato, Superato, Superato con lode (Passed with distinction). Ebbene si, la gamma dei colori della disperazione studentesca si riduce. Il che per noi è una cosa fuori dal pianeta terra: già il sistema delle lettere americano in tv ci suona strano figurati ad averne solo tre.
Che scandalo, né? Beh, nonostante trenta sfumature di voto i nostri cari insegnanti certe volte ancora non riescono a dare il voto giusto (sia in positivo che in negativo). A voi l'ardua sentenza.
2. Studentkår. L'associazione studentesca è importantissima in Svezia, molto più che in Italia. Diciamo che si avvicina un po' al modello americano. Personalmente nella mia università italiana c'erano diverse associazioni ma avevano poco potere ed erano relativamente attive (praticamente le sentivi solo quando bisognava fare le votazioni, e - ad ammissione di molti colleghi - non sapendo chi fossero questi tizi - andavano a logo o a chi offriva da mangiare). Certo è che l'unione studentesca generalmente non riceve un euro dagli studenti in Italia, mentre qua c'è una quota di iscrizione (a Karlstad sono sui 25 euro all'anno): ti assicuri assistenza da parte loro in caso di valutazione ingiusta o problemi nello studio, sconti sui corsi sportivi dell'università, sui trasporti e sugli eventi che organizzano tramite partnership (che non sono pochi). Oltre a tanto altro che non vi sto elencare, tra cui c'è anche lo sconto sulle lenti a contatto. Insomma, quei 25 euro alla fine dell'anno ti ritornano indietro.
3. Lezioni. In Italia molti siamo abituati ad avere ore, ore ed ore di lezione. Alla fine della giornata se qualcuno ti mostra ancora una slide ti viene da rigettare la cena. Beh, in Svezia un'ora e mezza al giorno (max tre, diciamo) e poi tutti a casa. Ci sono addirittura due o tre giorni che passano senza che devi andare all'università (e non conto sabato e domenica). Un paradiso? Io non credo. Perché succede cio'? Lo capirete tramite gli altri punti.
5) Valutazione continua. Si, in Italia arrivi, stai lì nel tuo banchetto in fondo, senti la pappardella e puoi anche sbattertene altamente tanto tra tre quattro mesi ce lo/la avro' davanti il/la prof. Che mi frega? Beh, se venite in Svezia SCORDATEVELO. Il prof non è un "rompi-pizza", ma ogni settimana vi darà un compito a casa da fare e presentare davanti alla classe, che poi dovrete consegnare a lui e vi darà un voto che conterà sul voto finale dell'esame (a me un 40%). La conoscenza di base la danno (a livello Master) già per scontata. Tu hai studiato, punto. Non vogliono valutare quello, vogliono valutare la tua capacità di utilizzare le informazioni che hai acquisito. Ed ogni assignment è tipo una mini tesi. Loro ti danno un argomento, tu devi scegliere un esempio e sviscerarlo.
6) Lavoro di gruppo. Gli svedesi amano i lavori di gruppo. Quegli assignment nel mio caso sono tutti di gruppo. 2/3 persone si mettono insieme ad un tavolo e creano insieme con le loro conoscenze una mini tesi di 2500 parole. I gruppi nel mio caso rimarranno fissi fino a fine corso. E il prof ad ogni assignment darà una valutazione complessiva che varrà per tutti e tre e che influenzerà al 40% il nostro risultato finale. Quindi sai che il tuo destino è in mani altrui, e di certo se l'altra persona fa una cosa sbagliata o per te scorretta non esiti di certo a dirlo. Questo incoraggia (o forza, come dir si voglia) lo scambio di idee e aiuta molto le persone che generalmente sono parte passiva a diventare attiva. Scopiazzare? Beh, non ne vale la pena. Il prof controlla internet, e se vi becca, beh, avete fatto i furbi durante un compito che faceva parte integrante del vostro esame. Una commissione deciderà sul vostro destino.
7) Un corso alla volta. In Svezia generalmente anche se si hanno tre o quattro corsi, essi si susseguono nel tempo, raramente vengono tenuti insieme. Questo aiuta a focalizzarsi sulla materia e a ragionare solo su di essa, evitando confusione e disorientamento. Lo dico perché per me è stato così. Quando provi a fare matematica e scienze della terra alle superiori è vero che aiuti la tua capacità di essere multi-tasking ma per me era davvero una cosa che mi mandava il cervello in pappa. Cosa che all'università ho continuato un po' a patire. Svezia? Un corso, esame, altro corso, altro esame e via così. Fino alla fine del semestre.
8) Tanto lavoro individuale. Sembra che si ha tantissimo tempo libero dalle lezione ma così non è perché il lavoro che non fa il professore in classe te lo devi fare tutto da solo e in più hai le mini tesi da scrivere con gli altri ogni settimana poco più. Nel mio caso il docente non ha neanche un orario di ricevimento. Gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto della serie: se devi fare delle domande falle a lezione, bitch. Il professore spiega "a grandi linee" il capitolo andando sui concetti più importanti tramite un power point che serve da mappa concettuale e poi te lo devi leggere da solo sti benedetti concetti e tutto fa riferimento al libro di testo. Il professore spende molto tempo a spiegare come studiare, come scrivere un testo (quello dell'esame e quello dei vari esami a casa)... insomma cose tecniche. Lui ti da le conoscenze di base e gli strumenti, poi sta a te svilupparle, possibilmente passando l'esame. E gli assignment non li riesci a far bene se non studi, bene, se non hai padronanza dei concetti, quindi sei in una situazione non molto piacevole e allora neanche per gli altri tuoi compagni di gruppo. Il che creerà una situazione di tensione fino alla fine del semestre, che magari uno si vuole evitare. Sentirsi responsabili di non aver dato il meglio e di aver rovinato il voto agli altri, a meno che non sei proprio un carciofo, ti fa stare male. Quindi la situazione che si vuole incoraggiare è quella di fare in modo che tutti diano il meglio di sé.
9) Aiuto agli studenti. Al di là dello studio l'università si pone come un Mondo che gira tutto intorno a te, come qualche compagnia telefonica o banca italiana. Offre servizi di ascolto da parte di uno psicologo, offre consulenti per la propria carriera, organizza eventi come corsi di ballo o giochi all'aperto (c'è un ufficio che si occupa solo degli studenti non svedesi), offre una chiesa con un prete aperto a tutte le religioni (sono protestanti, luterani per la precisione e vi racconto pure che il prete che abbiano all'università una volta ha organizzato un Kristi Rave e con questo credo di aver detto tutto), giornate LGBT (tra poco avremo anche un festival organizzato dal comune proprio per incoraggiare la libertà sessuale). Cercano di portare gli studenti a conoscersi e a condividere in tutti i modi possibili. Pensate che l'ufficio internazionale ha organizzato una giornata in un Moose Park, un parco naturale dove vivono gli alci dove sarà possibile incontrarli, dar loro da mangiare ed accarezzarli. So che molti animalisti si indigneranno ma è un occasione d'oro per un internazionale che viene dalla Terronia d'Europa (e lo dice senza vergogna) e io non l'ho potuta non cogliere. Quindi anche i più timidi avranno più di una occasione di farsi avanti tramite questi eventi. E io sono una timida cronica, quindi...
Ragassi belli, questo è il riassunto delle mie prime impressioni e ho cercato di puntare sugli aspetti che mettono in risalto la differenza tra Svezia ed Italia. Credo che il loro modello istruttivo sia molto basato sul fare individuale e di gruppo, dando per scontate le conoscenze e puntando a livello di ragionamento, che poi sarà molto utilesul mercato del lavoro. E' vero che io frequento un Master (che equivale alla Magistrale italiana, non fatevi ingannare dal nome) pero' ho notato che a tutti i livelli, anche a detta di conoscenti, cercano molto di metterti in una posizione che ti renderà poi capace di affrontare, tramite le skills che aquisisci, la vita lavorativa.
Detto ciò, vi ses! Ci vediamo!
Si, il 29 di Settembre a Karlstad l'università ha ricominciato a pieno regime con tutti i corsi relativi e quant'altro (per la felicità di Erasmus e studenti internazionali, abituati a ben altro). Qua infatti l'università parte molto prima che da noi, ma a ciò non corrisponde più pausa di Natale. Anzi...
E ciò che sta succedendo a Karlstad sta succedendo anche nelle altre parti della Svezia dove le università iniziano a ingranare nuovamente dopo la pausa estiva.
Fin dall'inizio ho visto molte differenze tra qua e l'Italia che vorrei condividere con voi.
1. Voti. In Italia siamo passibili (noi studenti) di ben 30 sfumature di valutazione diverse. In Svezia solo tre: Non Superato, Superato, Superato con lode (Passed with distinction). Ebbene si, la gamma dei colori della disperazione studentesca si riduce. Il che per noi è una cosa fuori dal pianeta terra: già il sistema delle lettere americano in tv ci suona strano figurati ad averne solo tre.
Che scandalo, né? Beh, nonostante trenta sfumature di voto i nostri cari insegnanti certe volte ancora non riescono a dare il voto giusto (sia in positivo che in negativo). A voi l'ardua sentenza.
2. Studentkår. L'associazione studentesca è importantissima in Svezia, molto più che in Italia. Diciamo che si avvicina un po' al modello americano. Personalmente nella mia università italiana c'erano diverse associazioni ma avevano poco potere ed erano relativamente attive (praticamente le sentivi solo quando bisognava fare le votazioni, e - ad ammissione di molti colleghi - non sapendo chi fossero questi tizi - andavano a logo o a chi offriva da mangiare). Certo è che l'unione studentesca generalmente non riceve un euro dagli studenti in Italia, mentre qua c'è una quota di iscrizione (a Karlstad sono sui 25 euro all'anno): ti assicuri assistenza da parte loro in caso di valutazione ingiusta o problemi nello studio, sconti sui corsi sportivi dell'università, sui trasporti e sugli eventi che organizzano tramite partnership (che non sono pochi). Oltre a tanto altro che non vi sto elencare, tra cui c'è anche lo sconto sulle lenti a contatto. Insomma, quei 25 euro alla fine dell'anno ti ritornano indietro.
3. Lezioni. In Italia molti siamo abituati ad avere ore, ore ed ore di lezione. Alla fine della giornata se qualcuno ti mostra ancora una slide ti viene da rigettare la cena. Beh, in Svezia un'ora e mezza al giorno (max tre, diciamo) e poi tutti a casa. Ci sono addirittura due o tre giorni che passano senza che devi andare all'università (e non conto sabato e domenica). Un paradiso? Io non credo. Perché succede cio'? Lo capirete tramite gli altri punti.
5) Valutazione continua. Si, in Italia arrivi, stai lì nel tuo banchetto in fondo, senti la pappardella e puoi anche sbattertene altamente tanto tra tre quattro mesi ce lo/la avro' davanti il/la prof. Che mi frega? Beh, se venite in Svezia SCORDATEVELO. Il prof non è un "rompi-pizza", ma ogni settimana vi darà un compito a casa da fare e presentare davanti alla classe, che poi dovrete consegnare a lui e vi darà un voto che conterà sul voto finale dell'esame (a me un 40%). La conoscenza di base la danno (a livello Master) già per scontata. Tu hai studiato, punto. Non vogliono valutare quello, vogliono valutare la tua capacità di utilizzare le informazioni che hai acquisito. Ed ogni assignment è tipo una mini tesi. Loro ti danno un argomento, tu devi scegliere un esempio e sviscerarlo.
6) Lavoro di gruppo. Gli svedesi amano i lavori di gruppo. Quegli assignment nel mio caso sono tutti di gruppo. 2/3 persone si mettono insieme ad un tavolo e creano insieme con le loro conoscenze una mini tesi di 2500 parole. I gruppi nel mio caso rimarranno fissi fino a fine corso. E il prof ad ogni assignment darà una valutazione complessiva che varrà per tutti e tre e che influenzerà al 40% il nostro risultato finale. Quindi sai che il tuo destino è in mani altrui, e di certo se l'altra persona fa una cosa sbagliata o per te scorretta non esiti di certo a dirlo. Questo incoraggia (o forza, come dir si voglia) lo scambio di idee e aiuta molto le persone che generalmente sono parte passiva a diventare attiva. Scopiazzare? Beh, non ne vale la pena. Il prof controlla internet, e se vi becca, beh, avete fatto i furbi durante un compito che faceva parte integrante del vostro esame. Una commissione deciderà sul vostro destino.
7) Un corso alla volta. In Svezia generalmente anche se si hanno tre o quattro corsi, essi si susseguono nel tempo, raramente vengono tenuti insieme. Questo aiuta a focalizzarsi sulla materia e a ragionare solo su di essa, evitando confusione e disorientamento. Lo dico perché per me è stato così. Quando provi a fare matematica e scienze della terra alle superiori è vero che aiuti la tua capacità di essere multi-tasking ma per me era davvero una cosa che mi mandava il cervello in pappa. Cosa che all'università ho continuato un po' a patire. Svezia? Un corso, esame, altro corso, altro esame e via così. Fino alla fine del semestre.
8) Tanto lavoro individuale. Sembra che si ha tantissimo tempo libero dalle lezione ma così non è perché il lavoro che non fa il professore in classe te lo devi fare tutto da solo e in più hai le mini tesi da scrivere con gli altri ogni settimana poco più. Nel mio caso il docente non ha neanche un orario di ricevimento. Gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto della serie: se devi fare delle domande falle a lezione, bitch. Il professore spiega "a grandi linee" il capitolo andando sui concetti più importanti tramite un power point che serve da mappa concettuale e poi te lo devi leggere da solo sti benedetti concetti e tutto fa riferimento al libro di testo. Il professore spende molto tempo a spiegare come studiare, come scrivere un testo (quello dell'esame e quello dei vari esami a casa)... insomma cose tecniche. Lui ti da le conoscenze di base e gli strumenti, poi sta a te svilupparle, possibilmente passando l'esame. E gli assignment non li riesci a far bene se non studi, bene, se non hai padronanza dei concetti, quindi sei in una situazione non molto piacevole e allora neanche per gli altri tuoi compagni di gruppo. Il che creerà una situazione di tensione fino alla fine del semestre, che magari uno si vuole evitare. Sentirsi responsabili di non aver dato il meglio e di aver rovinato il voto agli altri, a meno che non sei proprio un carciofo, ti fa stare male. Quindi la situazione che si vuole incoraggiare è quella di fare in modo che tutti diano il meglio di sé.
9) Aiuto agli studenti. Al di là dello studio l'università si pone come un Mondo che gira tutto intorno a te, come qualche compagnia telefonica o banca italiana. Offre servizi di ascolto da parte di uno psicologo, offre consulenti per la propria carriera, organizza eventi come corsi di ballo o giochi all'aperto (c'è un ufficio che si occupa solo degli studenti non svedesi), offre una chiesa con un prete aperto a tutte le religioni (sono protestanti, luterani per la precisione e vi racconto pure che il prete che abbiano all'università una volta ha organizzato un Kristi Rave e con questo credo di aver detto tutto), giornate LGBT (tra poco avremo anche un festival organizzato dal comune proprio per incoraggiare la libertà sessuale). Cercano di portare gli studenti a conoscersi e a condividere in tutti i modi possibili. Pensate che l'ufficio internazionale ha organizzato una giornata in un Moose Park, un parco naturale dove vivono gli alci dove sarà possibile incontrarli, dar loro da mangiare ed accarezzarli. So che molti animalisti si indigneranno ma è un occasione d'oro per un internazionale che viene dalla Terronia d'Europa (e lo dice senza vergogna) e io non l'ho potuta non cogliere. Quindi anche i più timidi avranno più di una occasione di farsi avanti tramite questi eventi. E io sono una timida cronica, quindi...
Ragassi belli, questo è il riassunto delle mie prime impressioni e ho cercato di puntare sugli aspetti che mettono in risalto la differenza tra Svezia ed Italia. Credo che il loro modello istruttivo sia molto basato sul fare individuale e di gruppo, dando per scontate le conoscenze e puntando a livello di ragionamento, che poi sarà molto utilesul mercato del lavoro. E' vero che io frequento un Master (che equivale alla Magistrale italiana, non fatevi ingannare dal nome) pero' ho notato che a tutti i livelli, anche a detta di conoscenti, cercano molto di metterti in una posizione che ti renderà poi capace di affrontare, tramite le skills che aquisisci, la vita lavorativa.
Detto ciò, vi ses! Ci vediamo!
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