mercoledì 31 agosto 2016

Sistema universitario svedese vs. italiano

E' iniziata l'università in Svezia.
Si, il 29 di Settembre a Karlstad l'università ha ricominciato a pieno regime con tutti i corsi relativi e quant'altro (per la felicità di Erasmus e studenti internazionali, abituati a ben altro). Qua infatti l'università parte molto prima che da noi, ma a ciò non corrisponde più pausa di Natale. Anzi...
E ciò che sta succedendo a Karlstad sta succedendo anche nelle altre parti della Svezia dove le università iniziano a ingranare nuovamente dopo la pausa estiva.
 Fin dall'inizio ho visto molte differenze tra qua e l'Italia che vorrei condividere con voi.
1. Voti. In Italia siamo passibili (noi studenti) di ben 30 sfumature di valutazione diverse. In Svezia solo tre: Non Superato, Superato, Superato con lode (Passed with distinction). Ebbene si, la gamma dei colori della disperazione studentesca si riduce. Il che per noi è una cosa fuori dal pianeta terra: già il sistema delle lettere americano in tv ci suona strano figurati ad averne solo tre.
Che scandalo, né? Beh, nonostante trenta sfumature di voto i nostri cari insegnanti certe volte ancora non riescono a dare il voto giusto (sia in positivo che in negativo). A voi l'ardua sentenza.
2. Studentkår. L'associazione studentesca è importantissima in Svezia, molto più che in Italia. Diciamo che si avvicina un po' al modello americano. Personalmente nella mia università italiana c'erano diverse associazioni ma avevano poco potere ed erano relativamente attive (praticamente le sentivi solo quando bisognava fare le votazioni, e - ad ammissione di molti colleghi - non sapendo chi fossero questi tizi - andavano a logo o a chi offriva da mangiare). Certo è che l'unione studentesca generalmente non riceve un euro dagli studenti in Italia, mentre qua c'è una quota di iscrizione (a Karlstad sono sui 25 euro all'anno): ti assicuri assistenza da parte loro in caso di valutazione ingiusta o problemi nello studio, sconti sui corsi sportivi dell'università, sui trasporti e sugli eventi che organizzano tramite partnership (che non sono pochi). Oltre a tanto altro che non vi sto elencare, tra cui c'è anche lo sconto sulle lenti a contatto. Insomma, quei 25 euro alla fine dell'anno ti ritornano indietro.
3. Lezioni. In Italia molti siamo abituati ad avere ore, ore ed ore di lezione. Alla fine della giornata se qualcuno ti mostra ancora una slide ti viene da rigettare la cena. Beh, in Svezia un'ora e mezza al giorno (max tre, diciamo) e poi tutti a casa. Ci sono addirittura due o tre giorni che passano senza che devi andare all'università (e non conto sabato e domenica). Un paradiso? Io non credo. Perché succede cio'? Lo capirete tramite gli altri punti.
5) Valutazione continua. Si, in Italia arrivi, stai lì nel tuo banchetto in fondo, senti la pappardella e puoi anche sbattertene altamente tanto tra tre quattro mesi ce lo/la avro' davanti il/la prof. Che mi frega? Beh, se venite in Svezia SCORDATEVELO. Il prof non è un "rompi-pizza", ma ogni settimana vi darà un compito a casa da fare e presentare davanti alla classe, che poi dovrete consegnare a lui e vi darà un voto che conterà sul voto finale dell'esame (a me un 40%). La conoscenza di base la danno (a livello Master) già per scontata. Tu hai studiato, punto. Non vogliono valutare quello, vogliono valutare la tua capacità di utilizzare le informazioni che hai acquisito. Ed ogni assignment è tipo una mini tesi. Loro ti danno un argomento, tu devi scegliere un esempio e sviscerarlo.
6) Lavoro di gruppo. Gli svedesi amano i lavori di gruppo. Quegli assignment nel mio caso sono tutti di gruppo. 2/3 persone si mettono insieme ad un tavolo e creano insieme con le loro conoscenze una mini tesi di 2500 parole. I gruppi nel mio caso rimarranno fissi fino a fine corso. E il prof ad ogni assignment darà una valutazione complessiva che varrà per tutti e tre e che influenzerà al 40% il nostro risultato finale. Quindi sai che il tuo destino è in mani altrui, e di certo se l'altra persona fa una cosa sbagliata o per te scorretta non esiti di certo a dirlo. Questo incoraggia (o forza, come dir si voglia) lo scambio di idee e aiuta molto le persone che generalmente sono parte passiva a diventare attiva. Scopiazzare? Beh, non ne vale la pena. Il prof controlla internet, e se vi becca, beh, avete fatto i furbi durante un compito che faceva parte integrante del vostro esame. Una commissione deciderà sul vostro destino.
7) Un corso alla volta. In Svezia generalmente anche se si hanno tre o quattro corsi, essi si susseguono nel tempo, raramente vengono tenuti insieme. Questo aiuta a focalizzarsi sulla materia e a ragionare solo su di essa, evitando confusione e disorientamento. Lo dico perché per me è stato così. Quando provi a fare matematica e scienze della terra alle superiori è vero che aiuti la tua capacità di essere multi-tasking ma per me era davvero una cosa che mi mandava il cervello in pappa. Cosa che all'università ho continuato un po' a patire. Svezia? Un corso, esame, altro corso, altro esame e via così. Fino alla fine del semestre.
8) Tanto lavoro individuale. Sembra che si ha tantissimo tempo libero dalle lezione ma così non è perché il lavoro che non fa il professore in classe te lo devi fare tutto da solo e in più hai le mini tesi da scrivere con gli altri ogni settimana poco più. Nel mio caso il docente non ha neanche un orario di ricevimento. Gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto della serie: se devi fare delle domande falle a lezione, bitch. Il professore spiega "a grandi linee" il capitolo andando sui concetti più importanti tramite un power point che serve da mappa concettuale e poi te lo devi leggere da solo sti benedetti concetti e tutto fa riferimento al libro di testo. Il professore spende molto tempo a spiegare come studiare, come scrivere un testo (quello dell'esame e quello dei vari esami a casa)... insomma cose tecniche. Lui ti da le conoscenze di base e gli strumenti, poi sta a te svilupparle, possibilmente passando l'esame. E gli assignment non li riesci a far bene se non studi, bene, se non hai padronanza dei concetti, quindi sei in una situazione non molto piacevole e allora neanche per gli altri tuoi compagni di gruppo. Il che creerà una situazione di tensione fino alla fine del semestre, che magari uno si vuole evitare. Sentirsi responsabili di non aver dato il meglio e di aver rovinato il voto agli altri, a meno che non sei proprio un carciofo, ti fa stare male. Quindi la situazione che si vuole incoraggiare è quella di fare in modo che tutti diano il meglio di sé.
9) Aiuto agli studenti. Al di là dello studio l'università si pone come un Mondo che gira tutto intorno a te, come qualche compagnia telefonica o banca italiana. Offre servizi di ascolto da parte di uno psicologo, offre consulenti per la propria carriera, organizza eventi come corsi di ballo o giochi all'aperto (c'è un ufficio che si occupa solo degli studenti non svedesi), offre una chiesa con un prete aperto a tutte le religioni (sono protestanti, luterani per la precisione e vi racconto pure che il prete che abbiano all'università una volta ha organizzato un Kristi Rave e con questo credo di aver detto tutto), giornate LGBT (tra poco avremo anche un festival organizzato dal comune proprio per incoraggiare la libertà sessuale). Cercano di portare gli studenti a conoscersi e a condividere in tutti i modi possibili. Pensate che l'ufficio internazionale ha organizzato una giornata in un Moose Park, un parco naturale dove vivono gli alci dove sarà possibile incontrarli, dar loro da mangiare ed accarezzarli. So che molti animalisti si indigneranno ma è un occasione d'oro per un internazionale che viene dalla Terronia d'Europa (e lo dice senza vergogna) e io non l'ho potuta non cogliere. Quindi anche i più timidi avranno più di una occasione di farsi avanti tramite questi eventi. E io sono una timida cronica, quindi...
Ragassi belli, questo è il riassunto delle mie prime impressioni e ho cercato di puntare sugli aspetti che mettono in risalto la differenza tra Svezia ed Italia. Credo che il loro modello istruttivo sia molto basato sul fare individuale e di gruppo, dando per scontate le conoscenze e puntando a livello di ragionamento, che poi sarà molto utilesul mercato del lavoro. E' vero che io frequento un Master (che equivale alla Magistrale italiana, non fatevi ingannare dal nome) pero' ho notato che a tutti i livelli, anche a detta di conoscenti, cercano molto di metterti in una posizione che ti renderà poi capace di affrontare, tramite le skills che aquisisci, la vita lavorativa.
Detto ciò, vi ses! Ci vediamo!

lunedì 29 agosto 2016

First day at University + Skatteverket

Hello, it's me... again!
Today it was my first real day in the university. Also if the lessons start tomorrow morning, today there was the introduction meeting at the master/bachelor's programmes.
Unfortunately i would loved to make some nice photos around the city but the weather wasn't really good. Just 12°C degrees and rain (wasn't really heavy but the little one that put your never under pressure). And obviously I've risked to be late, so i've forgotten the umbrella in my room and i've choosen the wrong pair of shoes, so my feet had been wet for almost 4-5 hours. Yeah, and now i'm feeling sick (what a surprise!). Sometimes it seems like i'm looking for it, but it's not true, i swear.
The university was overcrowded, and full of life. I've loved it!
We have met with the professor and the career conselour. We are not going to have a lot of lessons. In Italy you have 6-7 hours per day, but here just 1 and an half, sometimes 3 hours max. I'ts mostly individual studying. And i'm going to be confused, i'm sure about that: i was so used to spend such a long time in the classes that now after one hour and an half I will say to myself "and now what i have to do?". Study, com'on. I will need to stay focused, if not i'm going to waste a lot of free time in doing other things.
I've just to get used to it. It's not going to be impossible.
After the introduction i had been trying to get the university card or al least register myself to the student union but there were crazy queue, so i gave up.
So, why not to try to get the personummer?
If you don't know personnumer it's really important in Sweden. You regolarize your "position", also because without it you can't do anything, litterally. It's really important and because i'm going to stay two years for studying reasons i have the right to receive it. I was a little waiting because with the refugee's issue they are constantly changing the rules and you never know what it's going on.
In order to ask for it you have to go to Skatteverket (Tax Office). There is also one in every city. Maybe i was lucky but there wasn't a really long queue. After 10 minutes it was my turn. They were really nice to me, and after 15 minutes they told me i was going to gain the personnumer and they are going to send to my address within 6-8 weeks.
I'm hearing all the time people complain about how is hard to have it, but hopefully it's not going to be problem for me. And you don't know how i'm happy.
So, I returned home, i finally wore dry shoes and i relaxed myself a little bit.
I'm really excited about tomorrow, can't wait to start, even being sick.
So, let's pray for good weather and i hope to be able to post nice pics of this lovely city.
Vi ses! See you!

domenica 28 agosto 2016

Why I decided to move to Sweden

It's a question everybody is asking me, so i think it's time to answer.
I have been always interested in the economic aspect of life and few years ago i was starting to ask myself why Nordic Countries are such a model for us that we are never able to reach (i'm Italian). Sweden (together with other countries in Scandinavia) is lacking a little bit in natural resources (the weather makes impossible to pursue a good agricultural economy, and Sweden has to import a lot of what we find in the supermarkets). So, what make a such small and big country at the same time (really huge territory but just 9 milion inhabitants) growing so well, why they have a really good country when it comes to Human Developement Index, one of the highest in the worlds (Norway and Denmark are champions in that), how they reacted so well to the financial crisis of 2008. I'm italian and, as most of you know, and i'm really disappointed by my country. And it seems to me our model is totally wrong, it's not working. Regarding everything: from immigrants to corruption and so on and so forth.
I had been living in Italy for most of my life and i wanted to move to Sweden in order to start my master degree there, but i was late with my studies and i didn't have really the chance to try it.
Also because my mood was like "could i do that?", "maybe it's not my thing to go abroad". I thought i wasn't enough strong, you know what i mean. And suddenly a really big chance occured to me and it's name is Erasmus Traineeship. It's a post-degree program that most of you know, i'm quite sure of that. So, i told myself: i want to test myself. So, let's start with a short period, and see what come out of. So, after few weeks, life decided for me: it was going to be Poland for two months. No other options.
At the beginning i was (i don't hide it under the bed) a little bit disappointed: you know, i applied for Germany, England, Spain but at the end it was "just" Poland. In Italy we haven't really good opinion about this country. Neither god nor bad. My friends were telling me "oh, wtf are you doing?" "my god, keep attention, it could be dangerous". Really. They were ignorant, as mush as I was.
So, i moved to Poland, Cracow. And - wait for it - i totally fell in love with this wonderful, extraordinary city. I can say without hesitation it was the best period of my entire life. And i was feeling good there, far away from my mother country. And i felt really bad because i was expecting something totally different, and... "Italy is my country, and i don't want to stay there, i'm a piece of s**t". But it's the truth, nothing more. So, i thought that maybe i could find my way in the world, that it's not so impossible to leave for a long time abroad, that i can do that. So, i gave up about the idea to continue my studies in Italy and i looked for a job, and i found it without really big problems (thousand of international corporations). And i had been there for one entire year, without going home that much (in total just 2 weeks). So, why not Sweden?


I really loved Cracow but the wages to be honest for italians are so low that doesn't make possible to save enough money for italian cost of living. So, i decided to apply for Sweden and Karlstad, this small city in the South (other italians are going to laugh at me, i know it guys), is going to be my home for the next two years. So, that's pretty much my story. If someone needs to talk about moving abroad or needs info about Sweden don't be afraid to contact me.
So, stay awesome bros, as PewDiePie, the Swedish Youtuber, says all the time.

sabato 27 agosto 2016

Karlstad, una solare cittadina svedese

Alcuni tramite messaggio privato mi hanno chiesto di descrivere la città in cui mi sono trasferita.
Karlstad è una cittadina sui novantamila abitanti, situata nel sud della Svezia, come potete vedere dalla cartina.


Cosa la rende unica? Una delle cose, come indica la mappa, è la location.
250 km circa da Stoccolma, Oslo e Göteborg. Manca solo Copenhagen ma mi sembra che comunque il bilancio sia positivo. La sua posizione la pone come nel mezzo di una area strategica ed interessante. Come se non bastasse è circondata dall'acqua (cartina sotto).


E non acqua qualunque: è bagnata dal Lago Värnen, il più grande lago svedese e il terzo europeo, e dal fiume Klarälven che è invece il più lungo di tutta la Scandinavia.
Nonostante sia "solo" 19° nell'elenco delle più grandi città svedesi, riesce ad avere una università (Karlstads Univesitet) che conta ben 16'000 studenti e in cui da Lunedì iniziero' a studiare.
Un altro aspetto che voglio raccontarvi e che mi ha sempre fatto morire dal ridere, ma in maniera positiva è il simbolo di questa città: un sole.


Beh, si, un sole un po' puccioso... forse troppo. Ma l'intento, come ci hanno raccontato prontamente alcuni cittadini, era quello di discostarsi dal solito stemma pomposo con aquile, corone o altro e perciò hanno deciso di chiamare un noto disegnatore di libri per bambini e creare questo simpatico logo, che si puo' vedere dovunque in città.
Le ragioni che hanno spinto il comune a scegliere un sole come simbolo (in una città svedese, a cui notoriamente si associa la neve ed il gelo) è stata la fama di essere una delle più soleggiate città dell'intera nazione, ma anche grazie alla storia famosa di Sola i Karlstad (Il Sole a Karlstad).
Eva Lisa Holtz era una cameriera, famosa in città per il suo approccio amichevole e solare con i propri clienti, tanto che le persone vi si affezionarono ed iniziarono a chiamarla dolcemente "Sola", Sole in italiano. E Karlstad ha usato il sole anche per prendere Eva come un esempio dell'attitudine sociale e solare verso chi arriva in città.
A Sola hanno dedicato anche una statua nel centro cittadino:


Credo che come descrizione generale possa bastare. Per qualunque domanda su curiosità o altro sulla Svezia non esitate a contattarmi!

Tassa su bottiglie di plastica e lattine in Svezia?

Quando si va in un paese nuovo dall'altra parte dell'Europa un po' di differenze e curiosità le si trova, anche in termini di alimentazione e consumo.
Uno dei momenti più importanti per uno straniero emigrato (credo) sia la prima volta al supermercato. Li si ci interfaccia ad un modo nuovo di vedere il cibo e anche tramite cio' si puo' capire molto del paese in cui ci troviamo. Anche una semplice bottiglia d'acqua puo' rivelarci un mondo di cui non sapevamo.
In Svezia, per l'appunto, arrivati al reparto acqua e dando un occhio ai prezzi è possibile notare una dicitura "particolare". C'è infatti il classico prezzo bello in evidenza e sotto un "+pant". 
Io, che sono quasi genovese, ho molto a cure il tema del vil danaro e non ho faticato a trovare questo particolare.
La pant non è nient'altro che una tassa sul possibile inquinamento ambientale dovuto dall'acquisto della bottiglia o dalla lattina.
Gli Svedesi giustamente amano il proprio paese, e hanno tutto il diritto/dovere di difendere la loro meravigliosa natura.
Proprio per questo sono molto sensibili al tema ecologia (tanto per farvi un esempio, nella mia università non c'è solo la raccolta della plastica, ma è suddivisa anche per tipo di plastica).
Quindi il governo, consapevole del danno ambientale recato alla natura in caso di non riciclo, ha ben pensato di provare a quanto meno attenuare il fenomeno e introdurre una sorta di tassa, che non è proprio bassina: generalmente una bottiglia di plastica grande si attesta sulle 2kr di pant (circa 20 cent di euro). Sui 70 centesimi o euro che generalmente spendi, devi aggiungerne venti di tassa. E vi faccio vedere i prezzi per le lattine: stessa quantità finale di Coca Cola (la prima ne contiene anche di meno), ma nel primo (da 15 ml) si hanno più bottigliette quindi più alluminio, più inquinamento, più alta alla fine è la tassa: 12 vs. 6 (al di là del prezzo fissato dal supermercato). Su 5,20 euro ne si va a pagare 1,2 di pant. So soldi.



Tu, amico svedese, giapponese, americano o di qualunque altra razza sei devi sapere che comprando quella bottiglia potresti potenzialmente inquinare.
E allora voi direte: è una fregatura, si intascano i soldi con la scusa dell'ecologia.
Veramente, come è facile intuire, non funziona proprio così.
Perché la persona puo' avere ovviamente indietro i suoi soldi.
Come? Semplicemente evitando di fare in modo che quella bottiglia possa recare danno all'ambiente e reciclarla ne è ovviamente la soluzione.
Ma come fare in modo che le persone abbiano indietro i loro soldi?
Gli svedesi hanno trovato un sistema macchinoso ma efficace. In praticamente tutti i supermercati vi sono installate delle macchinette prima di entrare, esattamente come quella che vedete qui sotto.


Quando si avrà una buona quantità di bottiglie e lattine e si deve andare a fare la spesa si va al supermercato e si troverà la magica macchinetta. Si introducono le bottiglie, la macchinetta legge il codice a barre e sa l'entità della tassa che precedentemente siamo andati a pagare (quindi mai togliere l'etichetta, altrimenti potete dire addio ai vostri soldini).
Una volta introdotte tutte le bottiglie la macchina vi rilascerà un coupon spendibile al supermercato per la vostra spesa del giorno. 
La cosa fantastica di questo sistema è che chiunque trovi una bottiglia di plastica abbandonata per strada o una lattina su un muretto puo' prenderla con sè e portarla alla macchinetta.
Ma che lo si faccia per i venti centesimi o lo si faccia per la natura il risultato è quello di garantire il minor impatto possibile del consumo di PET sulla natura.
E pensare che nella mia città hanno introdotto la raccolta differenziata forzata da due settimane e già la gente non fa altro che minacciare o maledire il sindaco...
Paese che vai... usanze che trovi!
Cosa ne pensate? Siete d'accordo con gli svedesi, o no? Fatemelo sapere con un commento qui sotto.



giovedì 25 agosto 2016

Arrivo a Karlstad

Cari amici,
finalmente sono arrivata in Svezia!
Tutto è andato esattamente come poteva (o doveva, dipende dai punti di vista) andare. Il viaggio di andata verso Milano in macchina non ha riservato sorprese nonostante il bollino rosso del contro-esodo (era domenica 21), e l'aereo è partito in perfetto orario ed è persino arrivato in anticipo all'aeroporto di Göteborg Landvetter. 
Essendo il secondo aeroporto più grande della Svezia c'è voluto un po' per le valigie; quindi attenti per i biglietti dei treni o degli autobus che comprate, perché quelli dei treni hanno giorno, ora e destinazione/partenza indicata e c'è l'opzione, quella più economica di prenderli senza possibilità di rimborso. Lasciate sempre ampio spazio tra l'arrivo e gli spostamenti, non si sa mai. E dato che i treni in Svezia non sono così economici l'attenzione dovrebbe essere doppia.
C'è un aspetto importante di cui dovete tenere conto prima di andare in Svezia:
il metodo più semplice e conveniente per cambiare euro in corone è rivolgersi a Forex Bank. In Polonia ero abituata a vari kantor, piccoli negozietti dove si puo' cambiare quanto si vuole senza commissioni ed ognuno se la gestiva indipendentemente (quindi con un po' di esperienza si poteva arrivare a trovare kantor che avevano tassi molto vicini a quelli ufficiali). In questo caso no, ci sono poche alternative e la più conveniente è proprio Forex. E quindi state molto attenti a quanto chiede la vostra banca per i pagamenti con carta in valuta estere, e poi una volta là valutare. Ma quello che vi consiglio a prescindere, e vale nella gran parte dei casi, è di usare la carta quando potete. Ovviamente una parte di contanti dietro nel portafoglio bisogna avercela sempre, in quanto perdere o lasciare involontariamente la carta di credito non è così impossibile come sembra, con tutti gli spostamenti che dovete fare e la fretta.
Detto ciò, una volta a Landvetter che vogliate stare a Göteborg o dobbiate muovervi ad una altra destinazione non importa: prendete un autobus/bus verso il centro città.
Ci sono due compagnie principali che troverete per i bus (Swebus e Flygbussarna). La prima fornisce generalmente viaggi in tutta Svezia, una sorta di Megabus; la seconda è specializzata solo nei trasporti aeroportuali. Io ho scelto Flygbussarna e ho pagato 95 SEK (9,5 circa euro). Ed era valido per tre mesi dal momento in cui l'ho fatto e da/per l'aeroporto. Ed hanno bus ogni 15 circa e wi-fi a bordo.
Arrivati al Terminal Nils Ericson (la stazione dei treni), per potervi spostare ad una altra località ci sono gli autobus od i treni, la cui stazione è situata proprio a fianco di quella degli autobus, quindi non vi potete sbagliare. Attenzione pero' a due aspetti:
1. Prendere in anticipo il biglietto del treno in quanto spendete parecchio meno, e fare sempre l'opzione con rischedulo o rimborso perché se no la puntualità svedese potrebbe ritorcervisi contro. Costa di più di quella base ma ne vale la pena.
Io ho preso il biglietto direttamente alla macchinetta, senza possibilità di rischedulare tanto ero lì.
2. In Stazione ho fatto una fatica tremenda nel cercare il tabellone dettagliato dei treni che partono e arrivano (dove vanno e dove si fermano). Io non sono riuscita a trovarlo, mi sono fermata solo a quello generale. Quindi state attenti prima di partire, fate qualche ricerca su internet. E inoltre attenzione a ciò: le comunicazioni generalmente sono in svedese ed inglese (perfect) ma quando hanno spostato il mi treno dal binario 3 al 4 in inglese nessuno me lo ha comunicato, quindi date un occhio al tabellone della piattaforma.
Detto ciò, sono arrivata alle 21.46 a Karlstad e una gentilissima ragazza bulgara mi è venuta a prendere alla stazione e abbiamo parlottato un po' prima di andare a letto, il che significa che mi ha dato dritte molto molto interessanti su questo paese che condividero' con voi appena ho un po' di tempo.
Il giorno successivo il tempo era buono, abbiamo deciso di fare un giretto in centro e rilassarci: la città conta 80mila anime, quindi il centro è molto piccolo ma adorabile.
Credo che Karlstad sia proprio la tipica cittadina svedese e sono molto felice di esservi arrivata.
Nel prossimo post vi racconterò di più.
Un abbraccio,
Fra

martedì 23 agosto 2016

Partenza per la Svezia

Oggi e' il gran giorno. Finalmente dopo un anno e più di attesa riuscirò a coronare quello che non è un sogno ma posso tranquillamente considerare una ambizione coronata: studiare in inglese ciò che mi piace all'esterno, in una delle nazioni che più mi affascinano, la Svezia.
Ancora non riesco a credere di avercela fatta, devo essere sincera. Sono molto contenta e c'è una ragione: prima d'ora sfortunatamente la maggioranza di ciò che è successo nella mia vita è stata o una scelta quasi obbligata o un percorso non aspettato (come il mio anno in Polonia), ma in questo caso le strade che potevo percorrere erano una ventina e una buona parte più facile da percorrere, e non posso di certo lamentarmi del risultato che sono riuscita ad ottenere a seguito dei miei sforzi. Questo non mi rende di certo speciale, ma sicuramente ciò mi dà una sicurezza psicologica che credo mi sarà molto utile quando poi affronterò in futuro momenti delicati nella mia vita.
La mia amata Ryanair mi dà la possibilità di partire da Orio al Serio ed arrivare in quel di Goteborg Landvetter. Da lì strada non troppo complicata: autobus fino alla stazione dei treni, da lì posso prendere il treno per Karlstad. Arriverò molto tardi ma grazie a Couchsurfing sono riuscita a trovare una ragazza bulgara che mi molto gentilmente mi ospiterà. Per gli ostelli era difficile: la reception chiudeva molto presto, ed era impossibile poter fare il check-in in tarda serata, e l'opzione hotel sinceramente era troppo dispendiosa (ho visto del 100/120 a notte come se piovesse). Spero tutto vada per il meglio. Sono “agitata”, ma di quell'agitazione buona, che fa bene prima di una nuova avventura come quella che sto per vivere. L'aereo mi aspetta, vediamo cosa succede!
Questi giorni saranno difficili, entro tre/quattro giorni pero' potro' aggiornarvi sulla situazione direttamente là, raccontandovi le prime impressioni.
Fra


giovedì 18 agosto 2016

Studiare in Svezia è gratis?

"E' vero che in Svezia l'università non costa?"
In parte a questa domanda è possibile rispondere si.
Molti rimangono stupefatti quando glielo comunico, ma è tutto vero.
Studiare in Svezia, così come in altre nazioni del nord Europa, è gratuito: e con questo voglio semplicemente dire che, in quanto cittadini europei, siamo esenti dal pagamento delle tasse universitarie sia a livello di 1° (triennale) che 2° livello (specialistica) che, come è facile intuire, sono abbastanza alte se si è extra-comunitari).
Si, cittadini europei. La Svezia ha preso alla lettera il concetto di cittadinanza europea che noi in Italia a quanto pare non gradiamo molto perché "ci porta gli immigrati".
L'Europa è molto di più della quota immigrati per i paesi membri, e consiglierei a tutti coloro che la bistrattano di vedere i vantaggi che il far parte di questa Comunità ci sta portando.
Aperta e chiusa parentesi, il "gratuito" si riferisce, come ho detto, alle tasse. Questo assolutamente non vuol dire che alloggio, cibo, libri saranno finanziati dall'università: il Paradiso non esiste e non è oro ciò che luccica. Infatti lo zoccolo duro della questione e che sarà il vostro acerrimo nemico è il costo della vita. Soprattutto se puntate a città come Stoccolma e Göteborg allora la questione si fa ancora più delicata e vi consiglio di informarvi particolarmente bene prima di partire e trovare brutte sorprese.
Ho in progetto un post dedicato al confronto tra Italia e Svezia per quanto riguarda il costo della vita, ma come molti già sanno è più elevato del nostro e quindi ciò comporterà delle spese superiori per vivere là.
Andare in Svezia a studiare per l'ottenimento di una laurea in inglese è sicuramente un investimento, ma è molto importante rendersi conto in anticipo se è possibile affrontarlo, soprattutto se non si è economicamente sufficienti e si hanno dei genitori che devono provvedere a voi.
Spero di avervi dato una risposta chiara. Non ho sviscerato molto l'argomento perché ho in progetto di parlare di ciò approfonditamente in un post dedicato.
Ci vediamo!

mercoledì 17 agosto 2016

5 punti da considerare prima di lasciare l'Italia

Svezia, Stati Uniti, Messico, Inghilterra... qualunque sia la nazione che si simpatizzi come destinazione ci sono sempre dei punti da considerare prima di prendere una decisione definitiva.
Ovviamente ognuno ha il proprio carattere e il proprio background che influiranno in maniera determinante il percorso che si intraprende. C'è chi lo troverà estremamente difficile e penoso e chi no. Io personalmente mi considero facente parte del secondo gruppo dato che alle spalle ho già un esperienza all'estero di un anno e che non sono così legata alla mia città natale. Inoltre mi considero una persona molto (fin trooppo) open-minded: amo viaggiare pero', se un posto mi intriga, non mi basta vederlo per sentirmi soddisfatta, voglio venire in contatto con la vita del paese che mi ospita. Non sono una gira mondo (perché non me lo posso permettere, ahimé) pero' quando posso cerco di mettere qualche soldino da parte per auto-finanziare i miei progetti.
Venendo a noi, quali sono i passaggi fondamentali?
1. Scelta della nazione
C'e' chi sa già, per un motivo o per l'altro, il paese in cui andrà a vivere. Parenti, fidanzati o altri fattori possono portarci ad una scelta obbligata. Ma se non abbiamo nessuno? Beh, vediamo i due casi.
a) Studio. Fate un'analisi del vostro percorso di studi, ponete dei paletti di fin dove potete aspirare accettando i vostri limiti (probabile voto di diploma/laurea in primis). A quel punto fatevi un'idea, mettete le preferenze per paese in secondo piano, se potete. Ogni università è migliore in un corso di studi, vedete quale vi interessa di più e fatevi un giro nei siti delle istituzioni. Questo richiederà un bel po' di tempo.
NOTA BENE: Se dovete andare all'estero per studio preparatevi ALMENO un anno prima: tra certificazioni di inglese ed altro prima vi muovete per organizzate il tutto meglio è. Ogni università richiede un livello minimo di inglese certificato. Inoltre gli studenti stranieri sono richiesti applicare molto prima degli studenti nazionali (in Svezia ad esempio è aprile l'ultimissimo turno, e molte università neanche vi partecipano).
b) Lavoro. In quel caso è leggermentissimamente più semplice. Non vi è bisogno di scegliere categoricamente una nazione in anticipo perché, con lo sviluppo della tecnologia dell'informazione a cui siamo arrivati, tramite siti specializzati si puo' avere accesso a tantissime offerte di lavoro. Un giorno, se vorrete, posso creare un post con un elenco dei più gettonati per le destinazioni europee.
Ovviamente andate per posizione offerta, società e retribuzione. Inviare cv non costa nulla, e i colloqui si possono fare tranquillamente online tramite Skype senza bisogno di essere necessariamente in loco. Questo vi renderà leggermente meno appetibili ma è il prezzo da pagare per poter cercare dal divano di casa propria.
2. Pianificazione part 1
Quando sarete stati accettati dall'università o finalmente assunti, dopo aver gioito come dei dannati nel 99,9% dei casi dovrete pianificare il volo o il viaggio in macchina; per il primo caso vi consiglio di farlo immediatamente, proprio mentre saltellate per la stanza allegri. Soprattutto per compagnie low-cost come Ryanair più si avvicina la data più i prezzi irrimediamente salgono.
3. Raccolta dati
La maggior parte del lavoro l'avete fatto, ragazzi. Congratulations! E a quel punto parte il "devo sapere tutto". Ovviamente precedentemente avrete iniziato ad informarmi sulla città e il paese nel quale andrete ma ora, dato che ormai è deciso vi resta solo da diventare una specie di Neo che invece di imparare il kung fu immagazzina qualunque info reperibile su internet.

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Alcuni - i più avventurosi e sicuri di sé - lo trovano un passaggio in parte bypassabile ("se sai tutto prima non c'è gusto", direbbe un mio amico), ma vi assicuro che vi tornerà utile. Soprattutto se siete alla prima esperienza fuori di casa, vi darà una sicurezza che vi aiuterà a evitare un freakout alla prima difficoltà una volta in loco. Tutto fa brodo. E, per quanto pianificherete bene il tutto, ci sarà qualcosa che potrà andare storto. Non preoccupatevi, fa parte del gioco.
4. Alloggio - Pianificazione part 2
Trovare un alloggio decente in un paese straniero direttamente su internet non è impossibile, soprattutto se siete studenti e c'è la possibilità di prenotare online un posto letto nel dormitorio studentesco.
Ovviamente, manco a dirlo, in altri casi, le cose si complica e la regola è mai dare anticipi o fidarsi di annunci su internet e mai dire 'si' prima. Esempi di gente gabbata si trova a bizzeffe. Consiglio evergreen? Prendere appuntamenti con alcuni proprietari, prenotare una camera in un b&b o in un ostello per alcuni giorni,
5. Partire
Biglietto alla mano, preparate la valigia senza portare con voi l'armadio. Anche nel paese in cui andrete probabilmente un H&M svedese o qualche catena a poco ce l'hanno (se le vostre finanze sono ristrette), non appesantitevi troppo. Avrete un senso di vuoto iniziale, ma la vostra avventura vi regalerà la possibilità di collezionare nuovi maglioni, nuove penne, nuovi ciondoli o supplementi d'arredo che amerete proprio perché legati a quel periodo. Partire con una mentalità aperta alla novità, lasciandosi un po' alle spalle il passato vi aiuterà ad integrarvi meglio, credetemi. La nostalgia non è l'alleata del viaggiatore.
Non a caso Intercultura incoraggia gli studenti delle superiori a restare nella famiglia ospitante per Natale proprio per non far ritornare i ragazzi nell'ambiente familiare con i vecchi ricordi e portare ad un male di casa che potrebbe rovinare l'esperienza.
Andate sereni, ce la farete!

martedì 16 agosto 2016

Perché un blog? Sverige, aspettami!

Benvenuti a tutti nel mio blog!
Mi presento prima di tutto. Sono Francesca, una studentessa italiana che ha deciso di iniziare una nuova parte della propria vita alla giovine età di ventitré anni (quasi ventiquattro): andare a studiare in Svezia. Per la precisione una Magistrale in Marketing all'università di Karlstad, una piccola cittadina collocata (grazie al cielo) nella parte meridionale della Svezia.
Questa idea del blog nasce dalla necessità, prima di tutto, di tenere un memorandum della mia esperienza e, in secundis, per condividere passo passo la mia esperienza con qualcuno, sperando che possa essere interessante e utile per chi come me ha deciso di trasferirsi in Svezia soprattutto a fini di studio. Io sono una free mover, cioé una persona che ha deciso di iniziare il proprio ciclo di studi iscrivendosi regolarmente all'università estera; ovviamente se si vuole avere solo un assaggio della Svezia c'è la possibilità di fare tranquillamente la propria università in Italia e poi con il programma Erasmus partire per sei mesi o un anno, il che dà la possibilità di vedere una nuova nazione e di avere una borsa di studio che compre una parte delle spese. It's up to you, come sempre.
Personalmente nella frase preparatoria a questo trasferimento ho incontrato più difficoltà di quanto mi aspettassi: info soprattutto confusionarie e per lo più contraddittorie da parte di connazionali a cui ho chiesto una mano. Parlo così perché ho già dovuto intraprendere un percorso preparatorio, dato che già una volta ho vissuto all'estero, ma ciò non mi era successo (non in maniera così marcata) e la cosa non ha fatto che aumentare l'ansia che ho provato, e che tutt'ora non mi ha lasciata, dato che ancora sono in Italia.
La scelta non è stata semplice, e neanche presa a cuor leggero. Ma di questo potremo parlare insieme più avanti, se vorrete.
Ancora sono, come ho già detto, nella nostra amatissima Italia, e domenica prossima, il 21 Agosto per la precisione, prendero' il mio bel volo low-cost/poraccio Ryanair da Milano Bergamo per Göteborg (o Gotemburgo se vi piace di più nella versione italiana).
Mi fan sempre morire dal ridere le versioni italiane dei nomi delle città straniere, scusate.
Detto ciò, mi farebbe davvero piacere raccontarvi i miei prograssi e le mie avventure.
Fatemi sapere tramite un commento che ne pensate.
Un abbraccio,
Francesca