mercoledì 31 agosto 2016

Sistema universitario svedese vs. italiano

E' iniziata l'università in Svezia.
Si, il 29 di Settembre a Karlstad l'università ha ricominciato a pieno regime con tutti i corsi relativi e quant'altro (per la felicità di Erasmus e studenti internazionali, abituati a ben altro). Qua infatti l'università parte molto prima che da noi, ma a ciò non corrisponde più pausa di Natale. Anzi...
E ciò che sta succedendo a Karlstad sta succedendo anche nelle altre parti della Svezia dove le università iniziano a ingranare nuovamente dopo la pausa estiva.
 Fin dall'inizio ho visto molte differenze tra qua e l'Italia che vorrei condividere con voi.
1. Voti. In Italia siamo passibili (noi studenti) di ben 30 sfumature di valutazione diverse. In Svezia solo tre: Non Superato, Superato, Superato con lode (Passed with distinction). Ebbene si, la gamma dei colori della disperazione studentesca si riduce. Il che per noi è una cosa fuori dal pianeta terra: già il sistema delle lettere americano in tv ci suona strano figurati ad averne solo tre.
Che scandalo, né? Beh, nonostante trenta sfumature di voto i nostri cari insegnanti certe volte ancora non riescono a dare il voto giusto (sia in positivo che in negativo). A voi l'ardua sentenza.
2. Studentkår. L'associazione studentesca è importantissima in Svezia, molto più che in Italia. Diciamo che si avvicina un po' al modello americano. Personalmente nella mia università italiana c'erano diverse associazioni ma avevano poco potere ed erano relativamente attive (praticamente le sentivi solo quando bisognava fare le votazioni, e - ad ammissione di molti colleghi - non sapendo chi fossero questi tizi - andavano a logo o a chi offriva da mangiare). Certo è che l'unione studentesca generalmente non riceve un euro dagli studenti in Italia, mentre qua c'è una quota di iscrizione (a Karlstad sono sui 25 euro all'anno): ti assicuri assistenza da parte loro in caso di valutazione ingiusta o problemi nello studio, sconti sui corsi sportivi dell'università, sui trasporti e sugli eventi che organizzano tramite partnership (che non sono pochi). Oltre a tanto altro che non vi sto elencare, tra cui c'è anche lo sconto sulle lenti a contatto. Insomma, quei 25 euro alla fine dell'anno ti ritornano indietro.
3. Lezioni. In Italia molti siamo abituati ad avere ore, ore ed ore di lezione. Alla fine della giornata se qualcuno ti mostra ancora una slide ti viene da rigettare la cena. Beh, in Svezia un'ora e mezza al giorno (max tre, diciamo) e poi tutti a casa. Ci sono addirittura due o tre giorni che passano senza che devi andare all'università (e non conto sabato e domenica). Un paradiso? Io non credo. Perché succede cio'? Lo capirete tramite gli altri punti.
5) Valutazione continua. Si, in Italia arrivi, stai lì nel tuo banchetto in fondo, senti la pappardella e puoi anche sbattertene altamente tanto tra tre quattro mesi ce lo/la avro' davanti il/la prof. Che mi frega? Beh, se venite in Svezia SCORDATEVELO. Il prof non è un "rompi-pizza", ma ogni settimana vi darà un compito a casa da fare e presentare davanti alla classe, che poi dovrete consegnare a lui e vi darà un voto che conterà sul voto finale dell'esame (a me un 40%). La conoscenza di base la danno (a livello Master) già per scontata. Tu hai studiato, punto. Non vogliono valutare quello, vogliono valutare la tua capacità di utilizzare le informazioni che hai acquisito. Ed ogni assignment è tipo una mini tesi. Loro ti danno un argomento, tu devi scegliere un esempio e sviscerarlo.
6) Lavoro di gruppo. Gli svedesi amano i lavori di gruppo. Quegli assignment nel mio caso sono tutti di gruppo. 2/3 persone si mettono insieme ad un tavolo e creano insieme con le loro conoscenze una mini tesi di 2500 parole. I gruppi nel mio caso rimarranno fissi fino a fine corso. E il prof ad ogni assignment darà una valutazione complessiva che varrà per tutti e tre e che influenzerà al 40% il nostro risultato finale. Quindi sai che il tuo destino è in mani altrui, e di certo se l'altra persona fa una cosa sbagliata o per te scorretta non esiti di certo a dirlo. Questo incoraggia (o forza, come dir si voglia) lo scambio di idee e aiuta molto le persone che generalmente sono parte passiva a diventare attiva. Scopiazzare? Beh, non ne vale la pena. Il prof controlla internet, e se vi becca, beh, avete fatto i furbi durante un compito che faceva parte integrante del vostro esame. Una commissione deciderà sul vostro destino.
7) Un corso alla volta. In Svezia generalmente anche se si hanno tre o quattro corsi, essi si susseguono nel tempo, raramente vengono tenuti insieme. Questo aiuta a focalizzarsi sulla materia e a ragionare solo su di essa, evitando confusione e disorientamento. Lo dico perché per me è stato così. Quando provi a fare matematica e scienze della terra alle superiori è vero che aiuti la tua capacità di essere multi-tasking ma per me era davvero una cosa che mi mandava il cervello in pappa. Cosa che all'università ho continuato un po' a patire. Svezia? Un corso, esame, altro corso, altro esame e via così. Fino alla fine del semestre.
8) Tanto lavoro individuale. Sembra che si ha tantissimo tempo libero dalle lezione ma così non è perché il lavoro che non fa il professore in classe te lo devi fare tutto da solo e in più hai le mini tesi da scrivere con gli altri ogni settimana poco più. Nel mio caso il docente non ha neanche un orario di ricevimento. Gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto della serie: se devi fare delle domande falle a lezione, bitch. Il professore spiega "a grandi linee" il capitolo andando sui concetti più importanti tramite un power point che serve da mappa concettuale e poi te lo devi leggere da solo sti benedetti concetti e tutto fa riferimento al libro di testo. Il professore spende molto tempo a spiegare come studiare, come scrivere un testo (quello dell'esame e quello dei vari esami a casa)... insomma cose tecniche. Lui ti da le conoscenze di base e gli strumenti, poi sta a te svilupparle, possibilmente passando l'esame. E gli assignment non li riesci a far bene se non studi, bene, se non hai padronanza dei concetti, quindi sei in una situazione non molto piacevole e allora neanche per gli altri tuoi compagni di gruppo. Il che creerà una situazione di tensione fino alla fine del semestre, che magari uno si vuole evitare. Sentirsi responsabili di non aver dato il meglio e di aver rovinato il voto agli altri, a meno che non sei proprio un carciofo, ti fa stare male. Quindi la situazione che si vuole incoraggiare è quella di fare in modo che tutti diano il meglio di sé.
9) Aiuto agli studenti. Al di là dello studio l'università si pone come un Mondo che gira tutto intorno a te, come qualche compagnia telefonica o banca italiana. Offre servizi di ascolto da parte di uno psicologo, offre consulenti per la propria carriera, organizza eventi come corsi di ballo o giochi all'aperto (c'è un ufficio che si occupa solo degli studenti non svedesi), offre una chiesa con un prete aperto a tutte le religioni (sono protestanti, luterani per la precisione e vi racconto pure che il prete che abbiano all'università una volta ha organizzato un Kristi Rave e con questo credo di aver detto tutto), giornate LGBT (tra poco avremo anche un festival organizzato dal comune proprio per incoraggiare la libertà sessuale). Cercano di portare gli studenti a conoscersi e a condividere in tutti i modi possibili. Pensate che l'ufficio internazionale ha organizzato una giornata in un Moose Park, un parco naturale dove vivono gli alci dove sarà possibile incontrarli, dar loro da mangiare ed accarezzarli. So che molti animalisti si indigneranno ma è un occasione d'oro per un internazionale che viene dalla Terronia d'Europa (e lo dice senza vergogna) e io non l'ho potuta non cogliere. Quindi anche i più timidi avranno più di una occasione di farsi avanti tramite questi eventi. E io sono una timida cronica, quindi...
Ragassi belli, questo è il riassunto delle mie prime impressioni e ho cercato di puntare sugli aspetti che mettono in risalto la differenza tra Svezia ed Italia. Credo che il loro modello istruttivo sia molto basato sul fare individuale e di gruppo, dando per scontate le conoscenze e puntando a livello di ragionamento, che poi sarà molto utilesul mercato del lavoro. E' vero che io frequento un Master (che equivale alla Magistrale italiana, non fatevi ingannare dal nome) pero' ho notato che a tutti i livelli, anche a detta di conoscenti, cercano molto di metterti in una posizione che ti renderà poi capace di affrontare, tramite le skills che aquisisci, la vita lavorativa.
Detto ciò, vi ses! Ci vediamo!

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